Confesercenti aderisce alla campagna #pizzaUnesco Il sistema Confesercenti è sceso in campo per il riconoscimento dell’arte dei pizzaioli napoletani. Durante la conferenza stampa presso la sede di Confesercenti Napoli e della Campania in via Toledo 148, la Confesercenti ha aderito formalmente alla petizione mondiale #pizzaUnesco, ovvero alla candidatura della pizza napoletana come patrimonio immateriale dell’umanità riconosciuto dall’Unesco. “Sono iniziative che consentono all’Italia di presentarsi con la schiena dritta dinanzi all’Europa– chiarisce Vincenzo Schiavo, presidente della Confesercenti Napoli e Campania -. Le nostre imprese sostengono questa battaglia volta alla difesa di un patrimonio italiano e napoletano, l’arte dei pizzaioli, ovvero una delle radici della nostra cultura e della nostra storia. L’Italia deve essere coesa per tutelare un patrimonio nazionale che, tra l’altro, produce un volume d’affari di 12 miliardi di euro con quasi 200 mila addetti e con 51.500 esercizi tra pizzeria, ristoranti e pizzerie a taglio o da asporto. La pizza fa parte dell’artigianato, della cultura e della storia del nostro paese e merita di diventare patrimonio dell’Unesco. Dopo questo riconoscimento il secondo passo sarà quello di creare un marchio italiano, o ancora meglio napoletano, per creare una scuola e una formazione mondiali di pizza”. Presente all’incontro anche Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde e promotore della campagna #pizzaUnesco: “Ho iniziato questa battaglia negli anni ’90, ottenendo il riconoscimento per la pizza di un marchio di qualità, ovvero di specialità tradizionale garantita (STG). Abbiamo già raccolto mezzo milione di firme per la petizione mondiale #pizzaUnesco. Contiamo di far esaminare dal Comitato Mondiale, attualmente in Namibia, entro il 2016 anche questa candidatura per l’Italia. Accogliamo con piacere il sostegno della Confesercenti, perché parliamo della difesa di una capacità umana e artigianale, non certo di una ricetta ma di una competenza di quello che è un vero e proprio fenomeno culturale. Basti pensare, tra le altre cose, che la pizza è la pietanza più venduta al mondo”. “La pizza napoletana è senza dubbio uno dei simboli dell’italianità in tutto il mondo – ha spiegato Mauro Bussoni, Segretario Generale Confesercenti – Ma al di là dell’elemento simbolico, i dati sulla produzione, sul consumo e sul giro d’affari che sono stati presentati oggi danno la dimensione del successo che questo prodotto riscuote ovunque. La scelta di Confesercenti di sostenere questa iniziativa nasce dalla convinzione che il riconoscimento da parte dell’Unesco possa dare il meritato valore ad uno dei prodotti Made in Italy più famosi al mondo”. “La pizza è uno dei prodotti simbolo della cucina e della cultura italiana nel mondo – ha sottolineato invece Esmeralda Giampaoli, Presidente di Fiepet -, tuttavia il processo di massificazione ha avuto effetti collaterali, portando grandi catene e pizzerie ‘improvvisate’ a proporre tipologie di pizza lontanissime dalla tradizione e dagli standard qualitativi originali. La petizione serve anche a riportare l’attenzione sulle produzioni di pizza di alta qualità”. “La pizza, e lo dico con l’orgoglio di operatore italiano, l’abbiamo inventata noi”, ha affermato Davide Trombini, presidente di Assopanificatori-Fiesa “primi fra tutti i napoletani che con un pezzo di pane schiacciato, un po’ di pomodoro alici e mozzarella hanno dato vita ad uno dei prodotti italiani più famosi al mondo. Oggi la pizza nei nostri forni rappresenta una buona opportunità di business e soprattutto rappresenta una grande chance di mercato e di differenziazione dell’attività per i fornai e le panetterie”. Alla conferenza sono intervenuti anche Agostino Ingenito, presidente nazionale associazione Bad&Breakfast e Eduardo Brandi, titolare della pizzeria Brandi che 126 anni fa ha realizzato la prima pizza Margherita.