Iniziato così il conto alla rovescia, all’incontro alla Camera dei deputati si festeggia il traguardo delle 300mila firme raggiunte dalla petizione.

«Il grande consenso popolare ottenuto è un evento che non ha precedenti nella storia delle candidature Unesco – commenta Pecoraro Scanio in conferenza stampa – ed è uno dei requisiti che l’Unesco richiede per la candidatura a patrimonio dell’umanità.

C’è stata una mobilitazione trasversale sia sul sito di Change.org, dove è stata lanciata la petizione, sia cartacea grazie al lavoro della Coldiretti e di Rossopomodoro. Più di cento deputati hanno sostenuto questa richiesta presentando anche una mozione parlamentare e spero ci sia ufficialmente questa candidatura. Expo è una grande occasione per promuovere questa proposta, sono già previste decine di convegni, conferenze ed iniziative cui hanno aderito tanti Paesi stranieri anche perché questa candidatura avrà bisogno di un consenso a livello internazionale. A Parigi la
Commissione mondiale Unesco dovrà accettarla. Abbiamo sei mesi di tempo per convincere i 150 Paesi stranieri che parteciperanno ad Expo a votare a favore dell’Arte dei Pizzaiuoli. Un’occasione importante per l’Italia e per l’artigianato tradizionale del nostro Paese». Nel pomeriggio della stessa giornata Pecoraro Scanio, il testimonial Jimmy Ghione, alcuni rappresentanti dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e di Coldiretti, questi ultimi alla testa del Responsabile Ambiente e Territorio Stefano Masini, si sono dati infine appuntamento sotto la sede della Commissione Italiana Unesco dando vita a un pacifico e silenzioso presidio, in attesa della valutazione positiva della candidatura. La notizia del via libera ufficiale arriva a tarda sera. È la vittoria tanto aspirata. Finalmente dopo mesi di lunga corsa, l’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani ottiene la candidatura italiana, unica rappresentante nazionale a Parigi, ad entrare nel Patrimonio immateriale dell’Umanità. Il fiore all’occhiello della tradizione campana, scelta dalla Commissione Italiana per l’Unesco, può intraprendere così l’iter ufficiale verso il prestigioso riconoscimento internazionale.

La candidatura dell’Arte dei Pizzaiuoli Napolentani rappresenta il primo atto ufficiale presso l’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite che tutela i patrimoni culturali e naturali dell’umanità e a cui aderiscono 163 Stati. Dopo l’esame dei valutatori indipendenti, nel novembre 2016, il Comitato Esecutivo sarà chiamato a decidere.

La notizia fa il giro del mondo. Finisce in tutti i telegiornali italiani, sui siti e sui giornali internazionali. La pizza è sempre più un fenomeno di portata mondiale. Non nasconde la soddisfazione il promotore della petizione, Alfonso Pecoraro Scanio, che dopo il via libera della Commissione commenta così la vittoria: “Il risultato ottenuto è stato incredibile. Gli italiani hanno dimostrato di essere orgogliosi delle loro tradizioni. La mobilitazione continua e le prossime tappe saranno convincere i circa 150 Paesi che parteciperanno a Expo a sostenere questa importante candidatura e raccogliere un milione di firme per vincere definitivamente l’approvazione a Parigi. Il riconoscimento dell’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani a Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, a livello internazionale, rappresenterebbe il riconoscimento di una produzione artigianale all’insegna di quella diversità culturale che l’alimentazione deve riscoprire e valorizzare. L’Expo rappresenta l’occasione migliore per diffondere questo
messaggio”.

(Tratto da #pizzaUnesco orgoglio italiano. Aracne edizioni 2015)