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Parte dal IV “Napoli Pizza Village” la petizione per chiedere all’Unesco di tutelare l’Arte dei Pizzaiuoli napoletani come bene culturale immateriale dell’umanità. La proposta è lanciata personalmente dal Presidente della Fondazione UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio su Change.org, la più grande piattaforma di attivismo al mondo.

All’iniziativa del già Ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente si aggiunge subito l’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, il sodalizio nato nel 1998 con l’intento di rivalutare e preservare la professione simbolo della cultura partenopea: il “Pizzaiuolo”.

L’avvio della campagna #pizzaUnesco coincide con l’apertura della grande kermesse ospitata nella spettacolare e suggestiva cornice del Lungomare Caracciolo, quando si svolge il convegno inaugurale “L’arte della pizza patrimonio Unesco”. All’incontro, voluto da Pecoraro Scanio come prima occasione di confronto sulla candidatura all’Unesco da ottenere nel 2015 – proprio in occasione dell’Expo di Milano –partecipano, tra gli altri, il Sottosegretario di Stato On. Giuseppe Castiglione, il Presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Sergio Miccù e l’inviato di Striscia la Notizia Jimmy Ghione.

«Chiedo che nei primi mesi del 2015, alla vigilia dell’apertura dell’Expo di Milano dedicata a ‘Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita’ – dichiara Pecoraro Scanio dal palco del “Pizza Village” – la Commissione italiana per l’Unesco proponga l’inserimento dell’arte della pizza nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità».

Dal canto suo, il Sottosegretario Castiglione sottolinea l’importanza del riconoscimento «per il valore aggiunto che rappresenta la pizza per la gastronomia italiana nel mondo».

Una delle prime firme “illustri” è proprio quella di Jimmy Ghione che subito sostiene la petizione divenendone il testimonial: «Noi di Striscia da anni combattiamo le imitazioni e le frodi alimentari – dichiara all’evento – Con questa iniziativa si possono recuperare quote di mercato e magari ridurre quei 60 miliardi di mancata vendita del prodotto italiano».

Ha così preso ufficialmente vita su Change.org, la più grande piattaforma di attivismo online, la petizione “Proteggiamo il made in Italy. La pizza come patrimonio Unesco”. È subito un successo: in meno di ventiquattr’ore è già sottoscritta da oltre 5mila firmatari. L’hasthtag #pizzaUnesco diventa virale sui social network in poche ore. La
notizia del lancio della petizione spopola sul web, affascina subito il pubblico di tutte le età in lungo e in largo lo Stivale. Si moltiplicano i titoli sui quotidiani, sui siti d‘informazione e sui blog.

Sei giorni di eventi, 500mila presenze, molte provenienti dall’estero, 50 forni allestiti sulla promenade di Napoli. E ancora, oltre 100mila le “tonde” sfornate: è dalla pizzeria più grande al mondo che inizia la campagna per il riconoscimento di uno dei più rappresentativi simboli del nostro Paese. Perché la pizza è emblema mondiale dell’alimentazione che ha saputo ispirare musica, libri, cinema, televisione. Al “Pizza Village” la petizione conquista nuovi protagonisti. Tra le 10mila firme raccolte in soli quattro giorni ci sono anche quelle di Claudio Bisio e Renato Pozzetto. Oltre ai due celebri attori, sottoscrivono la petizione anche molti altri componenti del cast di Ma che bella sorpresa, il film che il regista Alessandro Genovese gira in quei giorni proprio a Napoli.

Bisio e Pozzetto firmano la petizione

(Tratto da #pizzaUnesco orgoglio italiano. Aracne edizioni 2015)