La petizione mondiale che chiede di inserire l’”Arte dei pizzaiuoli napoletani” nella Lista del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità è vicina all’eccezionale risultato di 1.500.000 firme mondiali. Lo spoglio delle ulteriori centinaia di migliaia di sottoscrizioni, che stanno giungendo da tutto il mondo, si terrà nel corso del Napoli Pizza Village, dal 17 al 25 giugno sul lungomare Caracciolo, dove è già stata annunciata la staffetta mondiale di raccolta firme con collegamenti in diretta da numerosi Paesi.

Oggi sono oltre 1.300.000, da più di 60 Paesi, i sostenitori della candidatura ufficiale della Repubblica Italiana al Patrimonio Unesco. La raccolta planetaria di adesioni continua senza sosta verso l’obiettivo di 2.000.000 da 100 Paesi, prefissato per l’autunno.

“Puntiamo al secondo milione di firme, il mese di giugno sarà interamente dedicato alla raccolta straordinaria di sottoscrizioni – annuncia il Presidente della Fondazione UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio, promotore della World Petition – Alla Seconda Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, che si celebrerà a novembre e dove #pizzaUnesco sarà ancora protagonista, lavoreremo per tagliare il nastro di 2.000.000 di sottoscrizioni da consegnare all’Unesco a dicembre, quando il Comitato intergovernativo si riunirà a Seoul per valutare l’iscrizione dell’arte dei pizzaiuoli napoletani nella Lista dei Beni mondiali. Confidiamo che, nel frattempo, il Ministero delle Politiche Agricole segua con attenzione tutti gli aspetti tecnici per ottenere un parere positivo dal Comitato di esperti che già sta esaminando il dossier della candidatura”.

Sono ancora sei i mesi utili a promuovere in tutto il mondo il messaggio dell’arte dei pizzaiuoli napoletani e accrescere la mobilitazione dell’opinione pubblica. Si inizierà dunque a giugno, mese straordinario di raccolta, con un calendario ricco di appuntamenti.

 

Si parte il 4 giugno da Tel Aviv: il pizzaiuolo Fabio Cristiano, inviato dal Napoli Pizza Village e dalla Fondazione UniVerde per la campagna #pizzaUnesco, titolare della pizzeria “Da Gennaro” a Bagnoli, celebrerà la Festa della Repubblica nella Residenza dell’Ambasciatore italiano, dove è prevista la presenza del Presidente israeliano Reuven Rivlin.

L’8 giugno la petizione mondiale volerà a Los Angeles dove il Presidente Pecoraro Scanio insieme al Console Generale d’Italia Antonio Verde lanceranno la campagna anche in California.

Sarà poi la volta del Giappone dal 10 al 17 giugno: Mauro Squillante, presidente dell’Accademia mandolinistica napoletana, rilancerà da Tokyo la raccolta firme con il celebrity chef Salvatore Cuomo, in una serie di eventi, anche musicali, sotto il cappello di “Mandolinisti napoletani per #pizzaUnesco”. La mobilitazione interesserà non solo il Giappone ma tutta l’Asia, da Taiwan alle Filippine, da Shangai a Seoul fino a Taipei: dalle pizzerie di Cuomo sono attese 100.000 firme.

#pizzaUnesco tornerà in Italia, a Roma, il 14 giugno, quando sarà al centro di un incontro con gli ambasciatori africani per poi essere protagonista assoluta dal 17 al 25 giugno al Napoli Pizza Village. Numerosissimi gli eventi alla kermesse napoletana, tra cui il convegno di presentazione della nuova edizione del volume dedicato alla campagna e la consegna di 100.000 firme da parte di Unaprol, il più grande consorzio olivicolo italiano. In più, ogni sera, presso lo stand di #pizzaUnesco, si terranno lezioni gratuite di mandolino aperte a tutti. I musicisti dell’Accademia mandolinistica napoletana intratterranno il pubblico con l’esibizione delle canzoni più note della tradizione. L’iniziativa “Mandolinisti napoletani per #pizzaUnesco” al Napoli Pizza Village sarà presentata in conferenza stampa il 19 giugno al Gran Caffè Gambrinus di Napoli. Durante il Pizza Village sono attese alla consegna anche 50.000 firme da Euro-Toques International, l’unione europea dei cuochi.

Infine, il 30 giugno, ad Avellino, #pizzaUnesco sarà all’Irpinia StreEat Mood 2017.

La mobilitazione straordinaria interesserà, insieme a quelle di Salvatore Cuomo in Asia, anche le pizzerie di Rossopomodoro da Londra a Ryad, da San Paolo a Reykjavik così come quelle dei Fratelli La Bufala, insieme alle tantissime sparse nel mondo che hanno aderito e sostengono la petizione, da Australia e Nuova Zelandra fino al Canada, USA e Argentina passando per molti Paesi europei.