Pizza amica dell’ambiente: pizzaioli consegnano al Governo Pizza No Triv. Suggellato gemellaggio ideale con Pompei. Anche Lidia Bastianich firma la World Petition

Un milione di firme da presentare nel mese di dicembre all’Unesco a Parigi in contemporanea con la Conferenza sul Clima (COP21). È il nuovo ambizioso traguardo annunciato questa mattina da Alfonso Pecoraro Scanio nel corso del convegno “Arte dei Pizzaiuoli Napoletani: verso il 58° Bene italiano nella Lista Unesco”, perché ​«la pizza napoletana STG, poiché vegetariana e vegana – ha così commentato il promotore della World Petition #pizzaUnesco – è anche amica del clima».

 

La sfida del milione di sottoscrizioni per la fine del prossimo novembre, viene così lanciata al mondo anticipando di un anno esatto la meta che voleva questo obiettivo raggiunto nello stesso mese del 2016. Risultato di un appoggio planetario oltre le attese per la raccolta firme a sostegno della candidatura della tradizionale arte napoletana a Patrimonio Unesco. Il merito dei risultati già ottenuti e di quelli che verranno va riconosciuto ai supporters che affiancano la Fondazione UniVerde – di cui Pecoraro Scanio è Presidente – nella mobilitazione mondiale, e sono: Associazione Pizzaiuoli Napoletani; Coldiretti; Associazione Verace Pizza Napoletana; Rossopomodoro; Associazione Pizzaioli di Tramonti; Napolimania; Molino Caputo; Salvatore Cuomo e le sue pizzerie in Asia; Eccellenze Campane.

 

L’arte dei pizzaiuoli napoletani merita il riconoscimento Unesco «perché è l’ingrediente fondamentale che assicura la qualità e la continuità della storia della pizza alle future generazioni – ha affermato Pecoraro Scanio – Nessuno meglio di noi italiani sa infatti che la pizza non è solo un disco di pasta farcito, ma presuppone esperienza, manualità, dedizione, estro, amore, fantasia in una sintesi d’eccellenza che si identifica nel saper fare tipico dell’antica arte popolare dalla quale deriva. Questa è l’anima da preservare. Solo riscoprendo i saperi autentici e le vere tradizioni alimentari e culturali si può vincere la sfida della globalizzazione e della standardizzazione dei metodi e dei gusti delle multinazionali del cibo».

 

Da parte sua, il Sottosegretario di Stato del Ministero dello Sviluppo Economico, Simona Vicari, ha spiegato che «la tutela delle eccellenze italiane è, specialmente nell’anno di Expo, un preciso impegno del nostro Governo. Grazie a Pizza Village tutti hanno la possibilità di comprendere come dietro la pizza ci sia una autentica arte che va difesa perché preserva la funzione sociale che essa ricopre in termini sociali ed economici. Il Governo è grato e appoggia chi da mesi sta conducendo la battaglia per il riconoscimento dell’arte dei pizzaioli da parte dell’Unesco. La pizza è uno dei simboli più conosciuti del made in Italy nel mondo ed è in grado di veicolare, con una ricetta semplice, diversi ingredienti tutti originari del nostro territorio. L’arcipelago della pizza in Italia raggiunge un fatturato aggregato di circa 9 miliardi di euro contribuendo all’occupazione di 240 mila persone. Saranno di prossima emanazione disposizioni per aggiornare le norme su etichettatura e definizione di panificio, pane fresco e pane conservato, termini troppo spesso abusati e potenzialmente in grado di ledere gli artigiani».

 

A riconoscere l’importanza dell’iniziativa promossa da Pecoraro Scanio, è stato anche il Magnifico Rettore della “Federico II” di Napoli, che nel suo intervento ha voluto caratterizzare il cibo come «un grande valore culturale perché rappresenta la stratificazione di un popolo e anche la sua identità. Il possibile riconoscimento dell’arte dei pizzaiuoli napoletani è un modo di guardare alla tradizione in una logica molto innovativa per vincere la sfida con il futuro».

 

Al convegno di questa mattina, svoltosi presso il Palazzo delle Arti di Napoli (PAN), la famosa cuoca e scrittrice Lidia Bastianich ha firmato la petizione mondiale per l’arte dei pizzaiuoli napoletani a Bene Unesco. La star della cucina regionale italiana negli Stati Uniti ha sottolineato come l’arte del piazzaiolo sia ​«parte della cultura napoletana, campana e italiana, è la storia di un popolo ed è importante continuare questa tradizione locale nel mondo con gli elementi artigianali che la contraddistinguono. Solo combinando prodotti genuini e tecnica tradizionale si può ottenere un prodotto d’eccellenza come la pizza merita».

 

Insieme a Lidia Bastianich hanno sottoscritto la World Petition #pizzaUnesco anche il Sottosegretario Vicari, il Sindaco e il Soprintendente dell’area archeologica di Pompei intervenuti al convegno, rispettivamente Ferdinando Uliano e Massimo Osanna. Proprio l’incontro di stamani ha sancito l’unione simbolica tra i patrimoni regionali già recensiti dall’Unesco e la nuova candidatura – si tratterebbe in questo caso del 58° Bene italiano e il 9° per la Campania – contribuendo a dare continuità, conoscenza e promozione alle espressioni storiche, culturali e tradizionali campane. Alcuni pizzaioli, guidati da Vincenzo Capuano, Teresa Iorio e Valentino Libro, hanno consegnato al Sotosegretario Vicari la Pizza No Triv per ribadire l’impegno dei pizzaioli a favore dell’ambiente. Il gemellaggio tra il sito Unesco di Pompei, uno dei più celebri al mondo, e l’attuale candidatura italiana è stato suggellato con la consegna di una Pizza Unesco Pompei, da parte dei pizzaioli del Napoli Pizza Village al Sindaco e al Soprintendente.

 

Così l’Assessore regionale alle Attività Produttive, Amedeo Lepore: «La Regione appoggerà in tutte le forme possibili la petizione e la campagna, a cominciare dalla promozione all’Expo, quando avremo una settimana a metà ottobre come Regione Campania. In quella sede ci impegneremo ad organizzare una giornata speciale di confronto sul tema ma anche nel dare impulso, tutti i giorni della nostra presenza, alla raccolta firme».

 

Sull’obiettivo del milione di firme, gli Assessori Enrico Panini e Gaetano Daniele sono stati concordi nell’annunciare che «il Comune di Napoli intende dare un contributo fondamentale. Abbiamo già convocato i presidenti delle municipalità affinché tutto il territorio napoletano collabori concretamente alla raccolta sottoscrizioni, e siamo disponibili ad appoggiare tutte le iniziative che porteranno a raggiungere, entro il mese di novembre, questo risultato straordinario».

 

Nel corso del convegno sono intervenuti anche Pasquale Giuditta (Dirigente presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali); Vittorio Sangiorgio (Delegato Nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Presidente Coldiretti Salerno e Vice Presidente Coldiretti Campania); Sergio Miccù (Presidente Associazione Pizzaiuoli Napoletani); Antonio Pace (Presidente Associazione Verace Pizza Napoletana).

 

Con collegamenti in diretta via Skype dalle pizzerie del mondo – tra cui Nuova Zelanda, Los Angeles, Tai Pei, Tokyo – a portare testimonianza di buone pratiche nella diffusione della tradizionale preparazione della pizza napoletana sono stati: Antimo Caputo (Amministratore delegato di Molino Caputo); Franco Manna (Fondatore e Presidente di Rossopomodoro); Salvatore Cuomo (Ambasciatore e pioniere della pizza napoletana in Asia). Ha moderato l’incontro Angelo Cerulo, Capo servizio ANSA Campania.